Cosa succederà nel 2050 per le nostre case?

Nel 2023 è stato approvato in modo definitivo dal Parlamento di Strasburgo la direttiva Casa-green.

Questa direttiva è la base per i prossimi anni per l’edilizia sostenibile.

La legge europea impone che tutti i fabbricati di nuova costruzione entro il 2030 devo avere un impatto di emissione pari a   zero.  Per gli edifici esistenti la normativa europea prevede che, tutti i Paesi Membri sono tenuti a adottare misure per ridurre l’energia primaria, in sostanza viene chiesto che entro il 2040 la maggior parte degli edifici residenziali elimino i combustibili fossili, cioè che ci sia la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e rinfrescamento.

Per quanto riguarda l’Italia, di cui il patrimonio immobiliare italiano nasce tra gli anni 60’/70’dovrà adeguarsi a questa nuova normativa europea. Anche se l’Italia era contraria a queste normative sui fabbricati residenziali.

L’ Italia come tutti i paesi Membri dovrà adeguarsi, ha due anni di tempo, (supervisionati dal Parlamento di Strasburgo, per preparare piani nazionali di ristrutturazioni, ovvero vere e proprie tabelle di marcia, per indicare la via che si vorrà intraprendere per centrare tutti gli obiettivi. Si spera che entro i termini previsti dalla normativa europea, venga fatta chiarezza.

Eppure, secondo un o studio l’Italia, non è nemmeno lo Stato con il peggiore isolamento termico: Belgio, Francia, Spagna, Paesi Bassi, hanno un isolamento degli edifici residenziali inferiore a quello dell’Italia. Il Vero problema italiano è che circa il 74% degli Italiani è proprietario di un immobile, e questo rende i proprietari più esposti a queste spese di ristrutturazione, che secondo una stima possono oscillare dai 20.000,00 a 55.000,00 euro!

Gli Stati Membri dovranno e i rispettivi governi dovranno lavorare all’unisono per trovare fondi europei per sostenere questi interventi, i Governi europei dovranno trovare validi sistemi di piano d’intervento per finanziare   i diversi provetti che verranno attuati.

L’ Italia in particolare deve trovare una valida soluzione, con sostegni tipo il Superbonus, che va ripensato e con maggiori rigidi controlli.

L’Italia ha un vantaggio rispetto agli altri Stati dell’Europa; per due anni ha applicato lo strumento del “Super Ecobonus”, comprendendone gli aspetti critici e no, e di come affrontarli, ha anche testato lo strumento del” Credito D’imposta”, come leva per un intervento massiccio del patrimonio immobiliare.

In temini di recupero e efficientamento energetico non siamo all’Anno zero”, ma da questo momento in poi, occorrerà capire cosa sia necessario per portare il nostro patrimonio immobiliare almeno in classe energetica “D”, come viene richiesto dalla Normativa europea.

I tempi non possono essere così stringenti  come imposti dall’ Unione Europea, ma dovranno dare possibilità di poter definire contro proposte credibili, e attuabili.

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